14 settembre 2007

Conferenza clima: in Italia le temperature aumentano più che altrove

Allarme Italia sul clima! A lanciarlo, dalla conferenza di Roma, è stato il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, nel suo discorso di apertura.

"Il cambiamento climatico è qui e ora". Con queste parole il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha aperto la Conferenza Nazionale sul Clima in corso a Roma nella sede della Fao. "Noi sappiamo che il nostro Paese è tra quelli che pagheranno il maggior prezzo in termini di danni ambientali, perdite di vite umane e salute, costi economici". Pecoraro Scanio ha poi evidenziato gli effetti che il cambiamento del clima ha sulla salute: "C'è un incremento dei decessi in Europa valutato tra otto e dodicimila persone per anno e per ogni grado di aumento della temperatura".

LA CONTA DEI DANNI.
"Nel nostro Paese i costi per far fronte ai danni prodotti dai cambiamenti climatici si stimano a partire da 50 miliardi di euro l'anno. Tanti ne servono per mettere in campo le azioni tese al taglio delle nostre emissioni di gas-serra. Altri due miliardi e mezzo servono per predisporre le misure di adattamento".

CASO ITALIA.
"Già ora la temperatura in Italia è aumentata quattro volte più rispetto al resto del mondo. Già ora le piogge diminuiscono, del 5%! Nell'ultimo secolo, gli episodi di siccità si moltiplicano, la desertificazione sta diventando un problema non solo per il Sud ma per la Pianura Padana. I nostri ghiacciai hanno perso metà del volume, e un chilometro su tre delle nostre coste basse è in arretramento. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche"!

20 gennaio 2007

Città asfissiate da smog e... contraddizioni!


“Smog che fare?” Questa la campagna lanciata dalle pagine di Metro - giornaletto a distribuzione gratuita - contro gli scarichi delle automobili che soffocano le più grandi città italiane!
Peccato però che proprio laddove si parli di iniziative contro lo smog, di idee per decongestionare il traffico cittadino, di creare aree pedonali o di promuovere l’uso dei mezzi pubblici invitando i cittadini a lasciare la macchina a casa, si cada in una palese quanto marchiana contraddizione: intere pagine del giornale che pubblicizzano l’acquisto di automobili!
Non ci credete?
Date un po’ un’occhiata a pagina 6 di Metro, edizione di venerdì 19 gennaio!
Nel bel mezzo della pagina, dedicata alla meritoria campagna contro smog e automobili, campeggia la pubblicità di una nota concessionaria automobilistica romana!
Ogni commento è… superfluo!!!!

18 settembre 2006

In città senza auto!

Tutti a piedi! Stop alle auto in centro storico, ma con una valida alternativa: la bicicletta. È infatti iniziata la settimana europea della mobilità sostenibile che si chiuderà il 22 settembre con la manifestazione “In città senza la mia auto” alla quale partecipano tradizionalmente numerosi comuni in tutta Europa. Roma ha scelto di prolungare i tempi dell'iniziativa organizzando per venerdì la prima “Festa della bicicletta”, in collaborazione con il Coordinamento di Roma Ciclabile, Regione Lazio, Provincia di Roma, Università Roma Tre, e altre iniziative di sensibilizzazione che culmineranno proprio nella domenica ecologica del 24 settembre. Anche quest'anno la città di Roma invita i suoi abitanti a cambiare abitudini per migliorare la vivibilità della capitale, alleggerire il traffico e ripulire l'aria: con la Festa della Bicicletta si vuole svelare le potenzialità delle due ruote come mezzo alternativo all'auto privata e dimostrare che a Roma si può andare in bicicletta a tutte le ore del giorno! Il numero degli appassionati delle due ruote cresce costantemente, come dimostra la recente ricerca curata dall Aci Eurispes. Il 23,3% dei romani ha sviluppato negli ultimi tempi un interesse per la bicicletta, utilizzandola anche per gli spostamenti in città.

14 settembre 2006

Un'auto che emette solo vapore!

L’auto alimentata ad idrogeno non è più un sogno, ma una splendida realtà: un’astronave che viaggia nel futuro! Tra qualche giorno saràpossibile acquistarla dal concessionario e viaggiare su strada come le tradizionali rivali a benzina. Con l’unica sostanziale differenza che ad essere emesso nell’atmosfera non sarà più il velenoso particolato atmosferico, ma semplicemente... vapore acqueo. Si tratta della BMW Serie 7 ad idrogeno, la prima auto alimentata con questo carburante in vendita negli autosaloni. L’idrogeno liquido offre il 75% di energia in più rispetto a quello gassoso che deve essere compresso a 700 atmosfere. Il serbatoio del “liquido” mantiene il carburante a meno 250° centigradi: basti pensare che se dentro ci si mette caffè bollente, dopo tre mesi non si può ancora bere per quanto è caldo. Favoloso! Meno fantastico il prezzo! Tant’è che la vettura “super-ecologica” verrà commercializzata attraverso leasing a clienti ”selezionatissimi” a causa dei costi vertiginosi! Certo, per il momento le vendite non saranno numerose considerato... l'esclusività del modello e le difficoltà di rifornimento, ma per il mondo dell’auto e per i nostri polmoni si apre una nuova stagione!

13 settembre 2006

Trasporti: l’Italia è nel medioevo

I trasporti pubblici non funzionano! L'Italia da questo punto di vista sembra essersi fermata al medioevo e... non resta che l’automobile e... lo smog! Il numero di auto private in circolazione aumenta di anno in anno ed oltretutto mancano le infrastrutture per sostenere il traffico. Sconfortante la fotografia della mobilità nel Paese scattata dall’annuale rapporto Aci-Eurispes. Il tema sicurezza colpisce tutti i cittadini. Un trasporto pubblico scarso e inefficace impone agli italiani l’uso, anche esasperato, del mezzo privato (nel 58,3% dei casi per recarsi al lavoro) con la conseguente esasperazione dei disagi, della congestione cittadina e la crescita di smog e inquinamento. Duro il quadro tracciato nel rapporto Aci-Eurispes sulla mobilità del Paese.
Aosta è prima per la qualità della mobilità urbana, seguita da Siena, Parma, Pisa e Terni. Detiene il primato negativo una provincia pugliese, Foggia in ultima posizione. Roma occupa il 33° posto in graduatoria.
Ma oltre alla generale scarsità dei mezzi e delle infrastrutture a colpire il cittadino è soprattutto l’aspetto della sicurezza. Nessuna delle 103 province eccelle per un elevato livello di qualità ambientale e di sicurezza del cittadino. Il 22,4% degli intervistati residenti nelle città metropolitane è incorso in infortuni stradali nell’ultimo anno (16,6% nei piccoli comuni). Giudizio negativo anche sulla qualità delle strade e la loro manutenzione. Il 46% degli automobilisti impiega più di dieci minuti per trovare parcheggio in città.
Il 58% degli italiani utilizzano il mezzo privato per raggiungere il posto di lavoro, in quanto non ritengono adeguato il trasporto pubblico. Questo spiega come l’Italia abbia il più vasto parco veicoli del mondo. Ed il numero di autovetture per abitante è in continua crescita: per 100 abitanti ci sono ben di 58,2 autoveicoli.

• Roma - al 33° posto nella classifica generale - è terza per intensità d’uso del trasporto pubblico (con 467 viaggi/abitante/anno) e quinta nell’offerta (66 km/vettura/abitante/anno).
• Inoltre rappresenta la città con uno dei parchi bus urbani più giovani (5° posto con l’età media di 6,35 anni). Ma soffre di gravi carenze della rete stradale percorsa dagli autobus (163,2 km di linee per 100 km2) che la colloca al 60° posto.

12 settembre 2006

Lo smog uccide!

Lo smog ci ruba otto mesi di vita e uccide 350mila persone l'anno!
C'è un serial killer invisibile che si aggira per l'Europa. È il particolato atmosferico, cioè lo smog. Si calcola, infatti, che le polveri sottili uccidano ogni anno 350mila persone in Europa. E, solo a Milano, sono 800 le morti causate dall'inquinamento dell'aria.
A lanciare l'allarme è il professor Ezio Bolzacchini, docente all'università Bicocca di Milano, nel suo intervento al convegno nazionale sullo smog. "Il particolato - ha detto il professore - in Italia riduce l'aspettativa di vita in media di 8,3 mesi". Questo accade perché "le particelle possono entrare in circolo nel sangue, renderlo più vischioso e provocare effetti negativi sul cuore con ischemie e malattie cardiovascolari". Ma le polveri sottili "si insinuano anche nei polmoni e sono all'origine di problemi respiratori e patologie oncologiche": insomma, è un attacco alla salute su tutti i fronti. Un'aggressione da cui non riusciamo a difenderci anche perché "le politiche anti inquinamento attuate nelle città italiane sono solo palliativi". Le giornate ecologiche e le targhe alterne, secondo il professore, non risolvono dunque il problema. Le sostanze inquinanti, infatti, non riescono a disperdersi perché "rimangono bloccate da uno strato di aria calda che, a Milano, si trova a circa 200 metri dal suolo, nel sud Italia più in alto". Il particolato, in pratica, resta imprigionato nell'aria vicino a terra. Per ridurre l'inquinamento nell'atmosfera, ha continuato Bolzacchini, ci sono solo due soluzioni: "Diminuire le emissioni di smog per lunghi periodi e applicare nuove tecnologie". Come per esempio il Fap, uno speciale filtro per motori diesel (i più inquinanti) che "intrappola" lo smog e lo brucia in modo automatico, riducendo del 99 % le emissioni nocive.

05 settembre 2006

Il deserto che avanza...


Terreni sempre più aridi, colture intensive, fiumi in secca. Il 30% del territorio italiano è colpito dalla desertificazione: il deserto avanza e inghiotte anche il Nord!
Se il problema fino a poco tempo fa era quasi di esclusivo appannaggio del Sud, adesso - a causa di uno sfruttamento selvaggio delle acque sotterranee – interessa sempre di più le regioni settentrionali.
In Italia le aree più vulnerabili sono pari a 16.500 Km quadrati, circa il 5,5% del territorio nazionale e storicamente le regioni più interessate dal fenomeno sono Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna; calcolando una sensibilità media al rischio desertificazione, secondo i calcoli del progetto
Dismed (Desertification Information System for the Mediterranean), a essere predisposto è il 30% del territorio italiano.
Se le cinque regioni del Sud sono da tempo aggredite dalla desertificazione, la novità riguarda Trentino, Valle D’Aosta e Liguria che registrano le massime punte di sfruttamento del suolo: prelievi eccessivi e non pianificati dalle acque sotterranee, inquinamento per lo sfruttamento
industriale e urbano hanno reso i terreni sempre più aridi.
È il sovrasfruttamento delle risorse idriche che mette a rischio le acque sotterranee.
Sotto accusa sono soprattutto le industrie. Inoltre la bassa Pianura Padana e le aree tirreniche e costiere sono contraddistinte da problemi di salinità nei suoli.

28 luglio 2006

Il verde della speranza


L'ambiente urbano è ormai quello in cui vive la maggior parte della popolazione.
Dallo stato di salute di questo habitat dipende la qualità della vita, delle relazioni umane, dello sviluppo individuale e sociale.
Purtroppo lo status delle nostre città è sotto gli occhi di tutti. Non vogliamo qui entrare nel merito delle cause che hanno portato ad un tale degrado, ma siamo certi che se tante cose vengono trascurate non è solo per cattiva volontà di chi amministra “la cosa pubblica”, ma anche per una mancata presa di coscienza delle problematiche ambientali frutto, il più delle volte, di una carente informazione che induce il cittadino a minimizzare problemi che sono invece di estrema importanza.
Con il Blog ALBERINCITTA' non vogliamo certo dare una risposta al problema del verde nella sua complessità urbana, ma ci auguriamo, almeno questo, di riuscire a sensibilizzare tutti noi circa L'IMPORTANZA VITALE DEGLI ALBERI ovunque essi dimorino, ma soprattutto nelle nostre città malate d’inquinamento, di vandalismo, d’incuria e da qualche tempo a questa parte di potature selvagge e abbattimenti indiscriminati di alberi mai più sanati dalla messa a dimora di nuove piante!

27 luglio 2006

Salviamo gli alberi delle città


Nel mezzo del cammin di nostra via, mi ritrovai per una strada spoglia ché la diritta pianta era smarrita!

Senza andare a scomodare l'effetto serra, il buco dell’ozono o i processi di desertificazione della foresta amazzonica.
Senza neppur invocare la pur giusta quanto dovuta manutenzione e cura di ville, parchi e giardini pubblici, non fosse altro per i tributi versati dal contribuente allo Stato anche per l’adempimento di questo servizio, pur vero è che nei grandi centri urbani come Roma, Milano, Genova, Napoli, Catania, ecc, ecc, di piante se ne vedono ben poche e… quelle poche - sopravvissute a smog, cemento, potature e parcheggi selvaggi - sono mal ridotte e versano in uno stato di abbandono del tutto inqualificabile!!!
Non solo, ma alcuni di questi alberi secolari, come ad esempio i pini di Via P. Orlando ad Ostia, i platani di Viale Tiziano a Roma o i faggi di Via Pessano a Milano, solo per citare qualche esempio, sono stati abbattuti e mai più ripiantati!
Di loro resta soltanto un macabro ricordo lungo il marciapiede: monconi di tronco che sporgono dall’asfalto infuocato!

26 luglio 2006

Un clima migliore

Gli alberi, tramite la traspirazione e l'ombreggiatura, regolano il microclima. Nelle città popolate da alberi migliora il clima, viene favorito il ricambio dell'aria secca ed inquinata con aria fresca e umida.
Durante l'inverno riducono le correnti di aria fredda fra gli edifici limitandone il raffreddamento e durante l'estate ombreggiano e rinfrescano traspirando acqua e contribuendo così a regolare l'equilibrio idro-geologico.
L'asfalto, in assenza di riparo dato dall'ombreggiatura delle piante, si arroventa sotto il sole estivo e rilascia aria calda (effetto "calorifero", tutta l'aria circostante si scalda).
Si sono rilevate differenze fino a 5°C tra centri urbani e aree periferiche più ricche di vegetazione.
Negli appartamenti le cui mura esterne sono riparate dall' ombra degli alberi la temperatura è di 2-3° C inferiore a quelli le cui pareti esterne non hanno riparo
dal sole. Recenti studi hanno dimostrato che un incremento del 10% della superficie a verde comporterebbe in città come Roma e Milano, l' abbassamento di 2°C della temperatura dell'aria, con conseguenti risparmi energetici per il rinfrescamento (impianti di condizionamento) pari all' 8-11%.
Il verde, inoltre, esercita azione di schermo filtrando il rumore e le polveri sospese nell'aria: una fila di alberi alta venti metri (5 / 6 piani) protegge dalla polvere una fascia di 600 metri. E' stato dimostrato che un intelligente utilizzo della vegetazione combinata con strutture fono-assorbenti può ridurre il rumore di oltre il 50%.

24 luglio 2006

Equilibrio psico-fisico

Gli alberi ed il verde in genere, contribuiscono ad un miglioramento del nostro equilibrio psico-fisico.
Persone che osservano paesaggi urbani con grandi alberi presentano un battito cardia
co più lento, una minor pressione sanguigna ed una attività cerebrale più rilassata rispetto a chi osserva ambienti privi di vegetazione.
Persone convalescenti da interventi chirurgici hanno mostrato una più rapida capacità di ripresa in presenza di paesaggi vegetali.
Bambini che tendono a rimanere in casa per mancanza, in prossimità della propria abitazione, di spazi a verde protetti dalle insidie del traffico, sviluppano capacità motorie e di relazione sociale ad un livello inferiore rispetto ai coetanei che possono giocare liberamente all' aperto.
La maggir parte dei ragazzi italiani è ormai costretta a vivere al riparo delle mure domestiche o scolastiche per evitare i tanti rischi della città e ciò influsce negativamente sul coretto sviluppo della personalità.
La presenza di verde ben tenuto e facilmente raggiungibile vicino casa riduce la necessità di trasferimenti (e quindi di spese) per finalità di svago riducendo di conseguenza traffico e inquinamento. Il parchetto o il giardinetto vicino casa non va quindi sottovalutato, ma bisogna averne particolare cura.
La presenza di verde determina, inoltre, un aumento di valore degli immobili urbani. Anche solo la vista di verde dalla finestra contribuisce ad aumentare il valore di una abitazione. A tale proposito, dal 2000 il valore degli immobili viene calcolato secondo parametri diversi dagli attuali e nella determinazione del valore dell' immobile si tiene conto anche di una "valutazione ambientale".
Come dire... l'utile e il dilettevole!!!!

23 luglio 2006

Dov'è finita la Legge Rutelli?

LEGGE 29 GENNAIO 1992, nr. 113
G.U. n.40 del 18 febbraio 1992.

Per l'appunto.... la Legge Rutelli: "Obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica".

I comuni devono provvedere a porre a dimora un albero nel territorio comunale, per ogni nato nel comune stesso, entro dodici mesi dalla registrazione anagrafica del nascituro.
L'Ufficio Anagrafico Comunale registra sul certificato di nascita, entro quindici mesi dall'iscrizione anagrafica, il luogo esatto dove tale albero è stato piantato.

Quanto verde per ogni cittadino?

21 luglio 2006

Contro l'inquinamento

Gli alberi sono i maggiori produttori di ossigeno e riducono l'inquinamento atmosferico. Sono proprio gli alberi infatti a trasformare l'anidride carbonica in ossigeno attraverso il processo della fotosintesi. Possono quindi ripulire l'atmosfera inquinata dai gas di scarico delle automobili, dalle emissioni delle industrie, dagli inquinanti di riscaldamento. Ecco alcuni esempi:
.Un faggio di 100 anni, assorbe nel corso di un'ora 2,5 Kg di CO2 contenuti in 4.800 mc di aria e libera 1,7 Kg di ossigeno nell'aria, coprendo i bisogni di ossigeno di 10 persone. Durante questo processo viene traspirata una notevole quantità di acqua migliorando così il microclima. La sua funzione è paragonabile al funzionamento ininterrotto di 5 condizionatori d'aria per 20 ore. Nel corso della sua vita questo albero "pulisce" un volume d'aria pari a quello di 80.000 case.
. Un solo albero assorbe quasi 10 Kg di anidride carbonica all'anno. Ogni automobile raddoppia invece la quantità di anidride carbonica in un volume d'aria di quasi 4.000 mtq ogni volta che brucia un solo litro di benzina.
. Un faggio alto 25 metri e con una chioma di 15 metri "mangia" ogni ora 2.350 gr. di anidride carbonica e produce 1.700 gr. di ossigeno.
. Una superficie arborea di 1.000 mtq produce in un anno circa una tonnellata di ossigeno.
. La morte di un albero di 70 anni comporta la restituzione di oltre tre tonnellate di carbonio nell'atmosfera.
. Piantando alberi in un milione di Kmq si toglierebbe dalla circolazione un miliardo di tonnellate di carbonio per trent'anni.

Appare quindi evidente che dobbiamo aver cura degli alberi, se non per amore verso il mondo vegetale, almeno per amore verso noi stessi dal momento che senza di essi non potremmo e non potremo vivere. Infatti senza ossigeno il genere umano ed animale non potrebbe più vivere. Per contro invece, gli alberi possono (potrebbero!) benissimo vivere senza di noi.

20 luglio 2006

La cura degli alberi

Gli alberi, in condizioni ambientali ottimali, vivono centinaia di anni.
Quando queste condizioni vengono meno (inquinamento atmosferico, errate potature, lavori che interessano la sede stradale e vanno ad intaccare le radici primarie, ecc.), gli alberi si ammalano e muoiono prematuramente.

Ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare la qualità di vita degli alberi in città :
  • Nel parcheggiare, fare attenzione a non urtare i tronchi. Infatti la corteccia dell'albero ha la stessa funzione protettiva che ha la pelle per gli uomini. Le escoriazioni causate dalle auto o da urti di varia natura, sono delle ferite che permettono ai parassiti di penetrare all'interno dell'albero indebolendolo, nel tempo, fino a farlo ammalare e morire.
  • Lasciare 15-20 cm. tra il cofano dell'auto e il tronco: il tronco è vivo e "sente" il calore del motore.
  • Non cementificare l'area a terra alla base dell'albero. Il cemento non permette all'acqua di penetrare e non consente neppure alla terra di respirare, mettendo le radici in una situazione di sofferenza.

Non potare drasticamente. Ogni taglio è una ferita e più la circonferenza del ramo tagliato è grande, più la ferita stenta a rimarginare e più tempo è lasciato ai parassiti per penetrare all'interno del corpo della pianta. Molto meglio sarebbe potare più frequentemente ma meno drasticamente.

E' opportuno, inoltre, ricordare che la cura ordinaria del verde - che dovrebbe prevedere delle potature "intelligenti" - costa molto meno degli interventi straordinari che sono poi necessari quando la pianta, malata, deve essere abbattuta.

L'idiozia di urbanisti e comuni

L'immensa idiozia degli urbanisti e dei comuni degli anni 50 e 60. di Pietro Citati
Dopo più di un secolo, comprendiamo quale ampiezza di sguardo avessero gli urbanisti della fine del secolo scorso. Il loro ideale era lo spazio, la ragione, il progresso, la luce; e a questo ideale sacrificarono "le pieghe sinuose delle vecchie capitali", abbattendo tuguri e capolavori d'arte, chiese e palazzi, costruendo le grandi arterie che dovevano portare gli uomini nel radioso futuro. Ma in fondo all'anima, sapevano di aver commesso un delitto verso il passato.

Così, come a sanare le ferite che avevano inferto, introdussero nelle città la Natura, che fino allora ne era stata lontana. Costruirono vasti giardini nel cuore delle città, imitando gli architetti del Rinascimento e del Barocco. Aprirono viali, dove file ininterrotte di platani, di olmi e di ippocastani proteggevano d'ombra il passo dei viandanti. Sebbene prigioniera, protetta da mille cautele, la Natura viveva così nel cuore delle città moderne d'Europa. (...) Nessuno - nemmeno Proust - ha mai raccontato quale vita intensa e formicolante si svolgesse sotto la protezione materna dei platani e degli ippocastani.

Poi, circa quarant'anni fa, questa vita intensa finì violentemente. Non fu la guerra a ucciderla: ma l'immensa idiozia degli urbanisti e dei comuni degli anni 50 e 60, i peggiori che abbiamo mai conosciuto. L'Europa elevò un monumento alla divinità-automobile, coltivata in tutti i modi e in tutte le forme. Le automobili dovevano parcheggiare: ad ogni costo e in ogni luogo. Se avessero avuto appena un'ombra di immaginazione, gli urbanisti e i comuni avrebbero costruito parcheggi sotterranei. Fu scelta, invece, la strada più facile e dolorosa.

Tutti i viali di terra - dove tanti giochi si erano svolti, dove tanti viandanti avevano passeggiato - vennero ricoperti di asfalto. I bambini furono cacciati. Le automobili presero il loro posto. E gli alberi vennero circondati di bitume. Le foglie delle piante imprigionate ingiallirono, i rami arrestarono la loro crescita, i tronchi si irrigidirono: molti alberi morirono, sacrificati alle macchine. Oggi nuovi pericoli minacciano gli alberi: epidemie, davanti alle quali le antiche pestilenze che colpivano gli uomini sembrano quasi meno dolorose!

18 luglio 2006

Cuore di legno


Il mio vicino di casa è robusto.
E' un ippocastano di Corso Re Umberto.
Ha la mia età, ma non la dimostra.
Alberga passeri e merli, e non ha vergogna,
in aprile, di spingere gemme e fogle.
Fiori fragili a maggio,
a settembre ricci dalle spine innocue
con dentro lucide castagne tanniche.
E' un impostore, ma ingenuo: vuol farsi credere
emulo del suo bravo fratello di montagna
signore di frutti dolci e di funghi preziosi.
Non vive bene. Gli calpestano le radici
i tram numero otto e diciannove,
ogni cinque minuti, ne rimane intronato.
E cresce storto, come se volesse andarsene.
Anno per anno succhia lenti veleni
dal sottosuolo saturo di metano
E' abbeverato d'orina di cani.
Le rughe del suo sughero sono intasate
dalla polvere settica dei viali.
Sotto la scorza pendono crisalidi
morte che non diverranno mai farfalle.
Eppure nel suo torbido cuore di legno
sente e gode il tornare delle stagioni.
( Primo Levi )

24 giugno 2006

Il verde urbano

Il verde nelle grandi metropoli è un elemento dell'ambiente costruito in stretta relazione con il paesaggio.
L’auspicabile diffusione del verde urbano è un elemento di grande importanza ai fini del miglioramento della qualità della vita nelle città.
E’ però necessaria una valutazione attenta di alcune delle sue caratteristiche, al fine di migliorare la sua funzione e di favorire le modalità della sua gestione, oltre che per consentire una razionale pianificazione degli interventi di estensione delle aree verdi.
Per questo sarebbe auspicabile che nel maggior numero possibile di Comuni (e non solo in quelli di maggiori dimensioni) al piano urbanistico comunale (PUC) fosse affiancato funzionalmente anche il Piano del verde urbano, un documento progettuale oggi poco utilizzato, la cui assenza produce un rilevante spreco di denaro pubblico e rende di fatto meno fruibile il verde per i cittadini.
Nei paesi anglosassoni la disciplina che si interessa del verde urbano è conosciuta come urban forestry, (letteralmente: "forestazione urbana"), quasi ad indicare come le aree verdi possano proporsi come oasi di ruralità entro gli ambiti urbani, con una sottolineatura della wilderness delle aree verdi inserite in un "arido" edificato.
Proprio con riferimento ai modelli culturali della sostenibilità delle aree urbane e al ruolo del verde dentro le città potrebbe essere significativa la riscoperta - almeno nelle aree urbane meno degradate, ma anche e soprattutto nei centri più grandi - degli orti urbani, che sono oggetto (soprattutto oltreoceano, dove si parla di urban agriculture) di un movimento di riscoperta di un’agricoltura self-made. Gli orti urbani hanno fatto parte integrante della cultura architettonica europea con le cosiddette città giardino, eliminate nell’arco di poco più di un secolo da poche generazioni di architetti e ingegneri modernisti (e più in generale da una cultura industrialistica dell’edilizia e dell’urbanistica) che hanno privilegiato il mattone e il cemento più che gli elementi di inserimento e di valorizzazione dell’ambiente (anche urbano), cancellando un elemento culturale presente nelle città europee sin dal medioevo.
Si deve sottolineare anche l'importantissimo ruolo del verde dal punto di vista bioclimatico, visto che l'evapotraspirazione prodotta dalle piante può contribuire ad una sensibile mitigazione della temperatura estiva nelle aree urbane.

- ANALISI E FUNZIONE DEL VERDE URBANO
Numerose, e tutte ugualmente importanti, sono le funzioni svolte dal verde urbano:
1) funzione ecologico-ambientale: il verde, anche all’interno delle aree urbane, costituisce un fondamentale elemento di presenza ecologica ed ambientale, che contribuisce in modo sostanziale a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività dell’uomo. Fra l’altro la presenza del verde contribuisce a regolare gli effetti del microclima cittadino attraverso l’aumento dell’evapotraspirazione, regimando così i picchi termici estivi con una sorta di effetto di “condizionamento” naturale dell’aria.
2) funzione sanitaria: in certe aree urbane, in particolare vicino agli ospedali, la presenza del verde contribuisce alla creazione di un ambiente che può favorire la convalescenza dei degenti, sia per la presenza di essenze aromatiche e balsamiche, sia per l’effetto di mitigazione del microclima, sia anche per l’effetto psicologico prodotto dalla vista riposante di un’area verde ben curata.
3) funzione protettiva: il verde può fornire un importante effetto di protezione e di tutela del territorio in aree degradate o sensibili (argini di fiumi, scarpate, zone con pericolo di frana, ecc), e viceversa la sua rimozione può in certi casi produrre effetti sensibili di degrado e dissesto territoriale.
4) funzione sociale e ricreativa: la presenza di parchi, giardini, viali e piazze alberate o comunque dotate di arredo verde consente di soddisfare un’importante esigenza ricreativa e sociale e di fornire un fondamentale servizio alla collettività, rendendo più vivibile e a dimensione degli uomini e delle famiglie una città. Inoltre la gestione del verde può consentire la formazione di professionalità specifiche e favorire la formazione di posti di lavoro.
5) funzione igienica: le aree verdi svolgono una importante funzione psicologica ed umorale per le persone che ne fruiscono, contribuendo al benessere psicologico ed all'equilibrio mentale.
6) funzione culturale e didattica: la presenza del verde costituisce un elemento di grande importanza dal punto di vista culturale, sia perché può favorire la conoscenza della botanica e più in generale delle scienze naturali e dell’ambiente presso i cittadini, sia anche per l’importante funzione didattica (in particolare del verde scolastico) per le nuove generazioni. Inoltre i parchi e i giardini storici, così come gli esemplari vegetali di maggiore età o dimensione, costituiscono dei veri e propri monumenti naturali, la cui conservazione e tutela rientrano fra gli obiettivi culturali del nostro consesso sociale.
7) funzione estetico-architettonica: anche la funzione estetico-architettonica è rilevante, considerato che la presenza del verde migliora decisamente il paesaggio urbano e rende più gradevole la permanenza in città, per cui diventa fondamentale favorire un’integrazione fra elementi architettonici e verde nell’ambito della progettazione dell’arredo urbano.

- CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA DEL VERDE URBANO
Verde di arredo:
1. giardini storici
2. parchi urbani
3. spazi verdi di quartiere
4. verde stradale - viali alberati - piazzali alberati
5. aiuole spartitraffico
Verde funzionale:
1. sportivo
2. scolastico
3. sanitario
4. cimiteriale
Verde privato

- VERDE DI ARREDO
Il termine ”verde di arredo” indica in genere la parte di verde presente nelle città che deve assolvere prioritariamente ad una funzione igienico-sanitaria, sociale e ricreativa, protettiva, estetico architettonica, culturale ecc. allo scopo di migliorare le condizioni insediative e residenziali delle popolazioni nelle aree urbane.
1)Giardini storici
Si tratta di aree verdi di impianto generalmente non recente, culturalmente connesse con lo sviluppo delle città, talvolta testimoni di importanti vicende storiche.
Obiettivo della gestione di questi giardini è la conservazione dell’impianto originario, la trasmissione degli obiettivi progettuali e formali, e nel contempo una fruizione sicura e non degradativa. La presenza di alberi maturi o addirittura secolari comporta la necessità di valutazioni attente delle condizioni fitosanitarie e in particolare delle condizioni di stabilità degli esemplari presenti, anche per garantire l’incolumità dei fruitori e l’integrità del giardino stesso.
Quando i soggetti non risultano più recuperabili, oltre all’acquisizione delle autorizzazioni per gli abbattimenti presso gli Enti preposti alla tutela del patrimonio paesaggistico e monumentale sarà opportuno prevedere interventi di messa a dimora di piante di adeguate caratteristiche, sostitutive di quelle eliminate.
I parchi urbani costituiscono un elemento di grandissimo valore del nostro patrimonio storico culturale, e dovrebbero essere adeguatamente tutelati, oltre che opportunamente gestiti. Al loro interno si trovano spesso elementi architettonici e artistici di arredo (statue, fontane, tavoli, panchine, piccole costruzioni ecc.) così come manufatti di interesse storico architettonico (spesso i parchi sono a servizio di una villa o di un palazzo storico) che ne aumentano ulteriormente il significato culturale.
All’interno o al contorno delle aree urbane i giardini storici costituiscono fra l’altro un importante elemento di verde che favorisce il riequilibrio ambientale delle città.
2) Parchi urbani
Si tratta di aree verdi più o meno estese, presenti nelle aree urbane o ai loro margini, che svolgono una importante funzione ricreativa, igienica, ambientale e culturale.
I parchi urbani possono essere caratterizzati dalla suddivisione in zone con diverse funzioni (riposo, gioco, attività sportive, servizi, centri culturali e ricreativi).
Generalmente i parchi urbani sono progettati utilizzando specie autoctone, e facendo un notevole impiego del prato e di alcune specie arbustive ed arboree acclimatate per l’area di insediamento. Le aree interessate in generale possono andare da medio piccole ad estese, e in quest’ultimo caso diventano dei veri e propri “polmoni verdi” della città.
In aree di espansione periurbana razionalmente pianificate, il verde dei parchi può assumere anche un ruolo di integrazione e sostituzione del sistema agricolo e forestale, diventando oltretutto un elemento di caratterizzazione ambientale e di mitigazione del clima urbano. Fra l’altro la presenza di ampie zone verdi peri- o infra-urbane, gestite a parco, può consentire l’insediamento e la migrazione di una ricca fauna stanziale e migratoria, contribuendo così ulteriormente al riequilibrio di un ecosistema fortemente sbilanciato in senso degradativo quale è in genere quello urbano.
Un altro elemento importante riguarda le modalità di gestione, che se razionalmente organizzate possono consentire la creazione di un certo numero di posti di lavoro. Per ridurre i costi diretti di gestione e manutenzione del parco si possono anche scegliere soluzioni operative diversificate, come ad esempio dare incarico degli interventi di manutenzione a cooperative locali di produzione e lavoro che, attraverso l’adozione di tecnologie semplici e rustiche possono occuparsi di assicurare la fruibilità delle aree a parco, realizzando il ripristino dei percorsi pedonali, opere di regimazione delle acque superficiali, realizzazione di attrezzature per la sosta, ecc.
3) Spazi verdi di quartiere
Si tratta in genere di piccole aree verdi presenti in diversi punti del tessuto urbano.
Gli spazi verdi di quartiere sono utilizzati prevalentemente dagli abitanti della zona, che utilizzano queste aree con funzione ricreativa, di svago e di incontro. I criteri di progettazione di questi spazi verdi, considerato l’utilizzo generalmente intensivo, a fronte di una modesta estensione, devono essere semplici: alberi, arbusti e zone a prato vanno ubicati in modo da alternare zone d’ombra a zone al sole; devono essere previste aree pavimentate attrezzate per il gioco e la sosta, anche per limitare un eccessivo utilizzo dei prati; le specie da utilizzare devono essere rustiche e non particolarmente vigorose, per consentire una manutenzione ridotta; le barriere architettoniche devono essere eliminate, per consentire il libero movimento anche ai portatori di handicap.
4) Verde stradale - viali alberati - piazzali alberati
Il verde stradale permette l’arredo di vie, viali, piazze e parcheggi. Rappresenta una tipologia di verde estremamente importante, che condiziona in modo sostanziale il paesaggio e l’ambiente urbano e la grande viabilità, ed è composto in prevalenza da alberi e arbusti.
I viali alberati (detti anche alberate) di frequente sono intimamente connessi alla storia delle città e costituiscono, dunque, un patrimonio da salvaguardare. Spesso si rende necessaria la sostituzione degli individui presenti, per ragioni derivanti da cattive condizioni fitosanitarie delle piante e per la sicurezza pubblica.
Non solo, a volte le strade mostrano brutti esempi di alberate, realizzate senza tenere conto di criteri razionali di progettazione del verde, ma spesso le alberature stradali sono sottoposte ad offese diverse, derivanti dall’inquinamento, dagli scavi effettuati senza considerare la presenza e la funzione dell’apparato radicale della pianta, dalla presenza invadente delle auto che possono determinare costipamento del terreno e urti meccanici.
Risulta quindi necessario orientare le scelte su specie che presentano determinati requisiti, quali: resistenza ai diversi inquinanti atmosferici (per esempio all’anidride solforosa: Quercus rubra, Tilia cordata; ai fluoruri: Acer campestre e platanoides, Quercus robur; all’ozono: Acer saccharinum, Fagus sylvatica, Liriodendron tulipifera, ecc.); capacità di ridurre il rumore, considerato ormai un vero e proprio agente inquinante (Acer pseudoplatanus, Tilia platiphyfillos, Carpinus betulus, ecc.); resistenza alle malattie e rusticità; capacità di ridurre la carica batterica dell’aria (Liquidambar, Chamaecyparis, Pinus silvestris, ecc.); ridotte esigenze di manutenzione; resistenza meccanica agli agenti atmosferici avversi; resistenza alla siccità (Celtis, Cercis, Gleditschia, Cedrus); nessun pericolo od inconveniente per la cittadinanza, come ad esempio: spine acuminate (Gleditschia), frutti maleodoranti (Gingko biloba femmina), ecc.; elevato valore decorativo.
Considerato che la pianta ideale, che risponda a tutte le esigenze sopra elencate non esiste, si capisce come è fondamentale che le scelte progettuali siano effettuate da un tecnico esperto del verde utilizzando le specie che rispondono quanto più possibile alle esigenze specifiche dell’intervento.
Oltre a ciò, altri criteri progettuali riguarderanno le dimensioni e le caratteristiche della strada da alberare (larghezza, luminosità, intensità del traffico veicolare, eventuali attività in loco, presenza di elementi di disturbo ambientale, ecc..)
5) Aiuole spartitraffico
La striscia verde che divide i due sensi di marcia è senz’altro molto utile per le funzioni che esercita a favore degli automobilisti: riposa la vista e, qualora vi siano siepi o arbusti, diminuisce l’impatto dei fari nelle ore notturne. Questo tipo particolare di verde è esposto a condizioni molto difficili (inquinamento legato allo scarico dei motori, siccità, difficile manutenzione a causa della sua posizione, ecc.). Bisogna quindi ricercare soluzioni che assicurino la sopravvivenza di questo singolare arredo verde, riducendo al minimo i costi manutentivi. Molto utile si rivela in questi casi l’uso di specie copri suolo o tappezzanti, sia erbacee che cespugliose e arbustive, che assicurino la permanenza della copertura verde. E’ chiaro che tali specie dovranno rispondere a requisiti di rusticità, facile adattabilità, effetto ricoprente rapido, buon valore estetico. L’alto costo iniziale di questo materiale vegetale e l’accurata messa a dimora che richiede e abbondantemente recuperato negli anni con oneri manutentivi minimi.
La copertura permanente ad opera delle tappezzanti assicura dunque un aspetto paesaggistico valido, nonchè facilmente ed economicamente mantenibile nel tempo. Questo giustifica ampiamente il loro impiego e la loro diffusione. Nelle aiuole spartitraffico, una soluzione valida è rappresentata da macchie di arbusti e piccoli alberi dislocati lungo I’aiuola stessa, in modo da rompere la monotonia del ”nastro verde piatto” e creare piani vegetazionali di diverse altezze, con ottimi risultati estetici e funzionali.

- VERDE FUNZIONALE
Come dice il termine stesso, si tratta di verde pubblico realizzato in funzione di determinate e particolari esigenze.
1) Verde sportivo
Costituisce il completamento di un impianto sportivo, in quanto lo abbellisce, o lo isola dall’ambiente esterno per assicurare una certa tranquillità. In ogni caso, è necessario scegliere alberi particolarmente resistenti alle varie cause avverse, onde assicurare la pubblica incolumità. L’aspetto più importante del verde legato agli impianti sportivi e senz’altro il tappeto erboso dei campi di gioco. In questi casi, la scelta del miscuglio di semi, le lavorazioni del terreno e la futura manutenzione dei campi realizzati hanno un’importanza fondamentale. Per realizzare campi sportivi esistono oggi miscugli appositamente predisposti, che dovranno formare un tappeto erboso soggetto ad un’intensa usura. Questo è un caso tipico in cui, per raggiungere risultati efficienti, più che la progettazione, incide un buon programma di manutenzione. Recentemente, nella realizzazione di tappeti erbosi sportivi ad uso professionale, si e diffuso il metodo ”Cellsystem”. Tale sistema consiste essenzialmente nella realizzazione di una particolare stratigrafia di materiale inerte, ricoperto da membrane in PVC e polietilene, sulle quali trovano posto le cellule che ospitano la rete di adduzione dell’acqua che serve anche come rete di drenaggio. Altra particolarità è rappresentata dal substrato colturale (in questo caso è improprio parlare di terreno) costituito da sabbia di fiume lavata e silicea. Un campo da gioco così realizzato richiede una oculata gestione e manutenzione, e necessita di un adeguato coordinamento tecnico da parte di un professionista del verde.
2) Verde scolastico
Il verde scolastico deve assolvere alla duplice funzione di ”polmone verde” della scuola di cui è parte integrante e di ”polo di osservazione naturalistica” per consentire agli alunni di conoscere il mondo vegetale (e il mondo animale che su di esso vive) a partire dalla propria scuola. Nel progettare e realizzare questo tipo di verde è molto importante conoscere le fasce di età degli alunni che frequentano la scuola. Infatti, in un asilo-nido, scuola materna o elementare, bisogna escludere le specie vegetali provviste di spine o di parti velenose. Sarà invece molto interessante incrementare l’utilizzo di specie appariscenti nei mesi autunno-invernali e primaverili, in modo da poter apprezzare l’evoluzione della vegetazione nel corso delle stagioni e nell’arco dell’anno scolastico.
3) Verde sanitario
Questo verde è strettamente legato a strutture ospedaliere o a case di cura, dove la funzione igienica è predominante su tutte le altre. Chiaramente, tutto il verde è utile e salutare, ma in determinate situazioni può essere più utile un particolare tipo di piante: ad esempio nei centri di cura delle malattie polmonari, le essenze resinose, che liberano aromi naturali utili per le vie respiratorie, potranno essere percentualmente maggiori delle latifoglie. Anche a riguardo del verde sanitario, la scelta di specie rustiche e robuste, può evitare, in generale, seri problemi per la pubblica incolumità.
4) Verde cimiteriale
Il verde cimiteriale svolge anch’esso un’importante funzione culturale e ambientale, consentendo di rendere più gradevole un ambiente generalmente triste e contribuendo anche ad una conservazione dell’equilibrio ambientale e sanitario.

- VERDE PRIVATO
Il diffondersi dell’attività edilizia fa indubbiamente sorgere una serie di problemi legati alle nuove urbanizzazioni. In tali aree il verde deve trovare il suo posto dignitoso, e soprattutto nei nuovi interventi residenziali deve essere prevista la realizzazione di un adeguato arredo. E’ importante inoltre e che le Amministrazioni ”esigano” che il verde venga realizzato sulla base di un progetto approvato dall’Ufficio comunale del verde, senza stravolgimenti in fase di esecuzione delle opere. Nel nostro Paese, sulla scorta di ciò che da tempo si verifica all’estero, sta prendendo piede, presso sempre più numerosi Comuni la previsione di un regolamento del verde, che suggerisca al privato cittadino i criteri per la realizzazione del verde ornamentale. Certamente gli indirizzi del verde pubblico spesso vengono, di riflesso, seguiti anche dal privato, per cui un miglioramento d’immagine del verde urbano trova indubbiamente un riscontro graduale a livello di verde privato.

08 maggio 2006

Il mercato del verde

L'economia ribattezzata “verde” é figlia di una nuova concezione: “impattare” l’ambiente il meno possibile. O meglio, correre ai ripari per tutti i rifiuti e le emissioni prodotte. Sempre più aziende hanno sposato il diktat del protocollo di Kyoto, in quanto lo hanno trovato equilibrato ed economicamente vantaggioso. In Germania l’investimento sul fotovoltaico ha prodotto 20 mila posti di lavoro e in Italia sono stati creati dal nulla nuovi settori lavorativi. Dal 2002 ad oggi, ben 100 milioni di prodotti sono nati sotto il marchio “impatto zero”. Dacchè le emissioni di anidride carbonica, sono indicate da tutti come la causa principale dell’effetto serra e dei relativi sconvolgimenti climatici, esiste una parte di industrie, fabbriche ed aziende italiane che hanno sposato il “mercato verde”: compensano i disagi procurati all’ambiente dalle loro produzioni, con la nascita di porzioni di foreste. Grandi e piccole aziende partecipano al progetto “impatto zero”, permettendo così di calcolare la superficie di area boschiva necessaria per compensare le emissioni nocive. Così sono nati alberi nel Parco del Ticino, come in Costarica. La rivoluzione verde delle imprese, nonostante lo scarso sostegno dei governi, è in continua crescita. In Italia già decine di aziende seguono esclusivamente il ciclo della raccolta differenziata o dei depuratori per le acque. E per una volta il Sud non è fanalino di coda. Anzi, tra i primi posti spicca proprio la Sicilia.

"Impatto Zero"
ripaga la natura: meno anidride carbonica nell’aria per il futuro del nostro pianeta. Impatto zero è il progetto elaborato da LifeGate in collaborazione con Università italiane e straniere per qualificare e compensare le emissioni di anidride carbonica (CO2). L’impatto ambientale di attività, prodotti aziende e persone si compensa con la creazione di nuove aree boschive.
www.impattozero.com